Trani. Le tolgono il cellulare e lei denuncia i genitori. La coppia "abbiamo svolto il nostro ruolo"
- Annamaria Niccoli, Giornalista
- 8 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 mag
Articolo di Annamaria Niccoli
29 gennaio 2025
“Devo denunciare mamma e papà”. Si è presentata così agli investigatori la ragazzina, stanca di subire le vessazioni dei genitori. Lo ha fatto all’uscita da scuola, accompagnata da un’amica. A suo dire questi ultimi le avrebbero reso la vita impossibile a forza di divieti che riguardavano solo lei, però, e non il fratello poco più grande.
Cosa ha scatenato l’ira della ragazzina?
Vietato uscire di casa, ma prima ancora vietato truccarsi o indossare un certo abbigliamento troppo femminile, vietato frequentare le amiche o recarsi alle feste organizzate dai coetanei. La vita della ragazzina doveva svolgersi soltanto tra casa, scuola e studio.
Ad un certo punto però la minorenne si sarebbe ribellata ed avrebbe cominciato a contestare i genitori dicendo loro quello che pensava veramente. La loro reazione, se possibile, è stata ancora peggiore. Sempre secondo quanto riferito nella dettagliata denuncia, i genitori avrebbero messo in atto delle punizioni che non avevano proprio a che vedere con i mezzi di correzione. In alcune circostanze le avrebbero impedito di mangiare. Poi l’avrebbero costretta ad alzarsi all’alba per poter svolgere tutte le faccende di casa prima di andare a scuola.
Il magistrato, ricevuta la segnalazione e in attesa che vengano espletate tutte le indagini del caso, ha disposto l’allontanamento della ragazza dalla casa familiare in via precauzionale. I due genitori, però, non ci stanno: entrambi avrebbero respinto tutte le accuse mosse dalla figlia sostenendo di aver svolto soltanto il loro ruolo di educatori.
Nei prossimi giorni si terrà in forma protetta l’audizione della ragazzina presso il tribunale per i Minori. Fino a questo momento la studentessa, non avrebbe fatto alcun dietrofront circa la pesanti affermazioni scritte nero su bianco nella denuncia, nei confronti della madre e del padre.
Per loro la scuola avrebbe sempre avuto la priorità. Secondo quanto riferito dai due indagati al loro legale, non avrebbero mai abusato dei mezzi di correzione, anzi più volte, nonostante certe alzate di testa da parte della figlia che contestava ogni regola, avevano cercato di soprassedere. Ma davanti alla mancanza di rispetto, davanti agli insulti e al linguaggio scurrile utilizzato dalla minorenne nei loro confronti, non potevano far finta di niente.
I fatti risalgono a gennaio dello scorso anno, quando la ragazzina, dopo un acceso litigio con il padre, ha deciso di chiamare il numero di Emergenza infanzia 114.
Gli specialisti, dopo aver ascoltato la giovane, hanno dipinto un quadro complesso. La tredicenne, infatti, mostrava una forte dipendenza dal cellulare, tanto da trascorrere circa dieci ore al giorno con lo smartphone in mano. Un comportamento che, oltre a incidere negativamente sul rendimento scolastico, stava minando le sue relazioni sociali.
L’inchiesta, coordinata dal pm Lucio Vaira della Procura di Trani, ha portato la vicenda davanti al giudice delle indagini preliminari. Durante l’incidente probatorio, la ragazza ha ammesso che le discussioni con i genitori erano spesso legate all’uso eccessivo del telefono e che le punizioni erano legate ai suoi risultati scolastici.
La psicologa incaricata ha confermato la capacità della ragazza di testimoniare, ma ha anche sottolineato una certa tendenza a mentire, un aspetto confermato da alcuni insegnanti.
La decisione del giudice sarà fondamentale per stabilire se il gesto dei genitori, pur drastico, rientri nell’ambito dell’educazione familiare o se possa essere considerato una forma di maltrattamento.
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