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L'avvocato di Argentino risponde alla famiglia di Sara Campanella "I processi si svolgono in tribunale". Nei casi di femminicidio, chi può richiedere la perizia psichiatrica

Aggiornamento: 16 mag

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Articolo di Annamaria Niccoli

18 Aprile 2025


L'avvocato di Stefano Argentino risponde alle accuse della famiglia di Sara Campanella, la ventiduenne accoltellata a morte a Messina il 31 marzo, affermando che la richiesta di perizia psichiatrica è un legittimo diritto processuale.

Il legale difensore, Giuseppe Cultrera, ha detto: "La mia domanda, precedentemente annunciata, è un sacrosanto diritto dell'indagato, uno strumento di prova del codice di rito, non una prassi giurisdizionale o, secondo la definizione della parte civile, 'una mossa che ci si aspetta'.

La controparte, rappresentata dall'avvocato Concetta La Torre, aveva sollevato alcune critiche alla strategia difensiva, definendola "una mossa prevedibile" e ribadendo con fermezza che "Stefano Argentino era sano di mente, non ha nulla di psichiatrico". Nella descrizione di La Torre, i test psichiatrici nei casi di femminicidio vengono spesso utilizzati come "panacea per ottenere sconti di pena". È stato dichiarato dall'avvocato Cultrera, di non voler chiedere l'assoluzione, poiché Argentino ha ammesso l'omicidio durante l'interrogatorio di garanzia. Ha anche respinto le accuse relative al presunto occultamento dell'arma del delitto: "L'occultamento del coltello da parte dell'imputato è una teoria avanzata dalla controparte. Trovare l'arma non farebbe alcuna differenza: Argentino ha già ammesso il crimine. Questa non è altro che curiosità mediatica, estranea all'interesse del processo".

La famiglia di Sara Campanella, invece, ha messo in luce la lucidità dell'omicida: "Ha deliberatamente nascosto il giubbotto insanguinato e il coltello, dimostrando una mente fredda dopo il delitto".

L'avvocato di Argentino ha concluso ripetendo: "I processi si svolgono in tribunale, dove si analizzano le prove. Ho difeso altre vittime di femminicidio nel rispetto delle norme procedurali e farò lo stesso in questo caso".

Il caso è caratterizzato da una tangibile tensione tra le parti, con l'interesse che si sposta verso ulteriori fasi procedurali volte ad accertare la colpevolezza di Argentino, attualmente in carcere con l'accusa di omicidio aggravato.

L'avvocato La Torre ha definito la manovra come "una tipica strategia difensiva nei casi di femminicidio", una "panacea per ottenere sconti di pena", e ha concluso che Argentino "era sano di mente, non ha nulla di psichiatrico".


Nei casi di femminicidio, la difesa o il pubblico ministero possono richiedere una perizia psichiatrica


La perizia psichiatrica nei processi per femminicidio in Italia svolge un ruolo fondamentale, servendo come mezzo per valutare la capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del reato. Ciò è sancito dall'"articolo 220 del codice di procedura penale", per verificare se l'imputato soffrisse di disturbi mentali che potrebbero aver influenzato il suo comportamento criminale. Questo è essenziale, poiché in base ai risultati, il giudice può stabilire se l'imputato è pienamente responsabile, parzialmente responsabile o completamente incapace di comprendere le proprie azioni.

Secondo il quadro giuridico italiano, valido anche per il procedimento penale, il perito è tenuto a rispondere a due precisi quesiti:

1) valutare se l'individuo avesse la capacità di intendere e di volere al momento del reato;

2) accertare se tale capacità sussista ancora al momento del processo.

L'utilizzo delle perizie psichiatriche nei casi di femminicidio in Italia è spesso caratterizzato da una serie di criticità.

Altro punto critico deriva dalla mancata individuazione del movente di genere, che gioca un ruolo fondamentale nei casi di femminicidio, è che si teme che le perizie psichiatriche possono essere influenzate da stereotipi culturali e di genere, che possono compromettere la valutazione della capacità di intendere  dell'imputato.

Ad esempio, la descrizione dei test può enfatizzare la condizione psicologica o emotiva dell'imputato, come la gelosia o il rifiuto. Questo approccio al femminicidio è pericoloso perché rischia di banalizzarlo, dipingendolo come un atto spontaneo anziché come il risultato di dinamiche di potere e controllo.

La responsabilità professionale dello psichiatra forense è un tema controverso, con interpretazioni divergenti sull'entità della perizia psichiatrica da effettuare.

La perizia psichiatrica deve ritenersi uno strumento importante nei casi di femminicidio, in quanto fornisce un'analisi tecnica che può influenzare le decisioni del giudice sulla colpevolezza e sulla condanna. Per superare queste problematiche è criticità è fondamentale che le perizie siano condotte con rigore scientifico, tenendo in considerazione il contesto della violenza di genere e le specificità del femminicidio, senza cadere in stereotipi o narrazioni superficiali.













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COMUNICARE N.SA.

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