
Ingiusta detenzione in Italia: dati, criticità e risarcimenti dal rapporto 2024
- Annamaria Niccoli, Giornalista
- 14 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Articolo di Annamaria Niccoli
14 aprile 2025
Nel 2024, le Corti d'Appello italiane hanno emesso 552 ordinanze di pagamento, per un importo complessivo di 26,9 milioni di euro, a risarcimento di vittime di ingiusta detenzione. Il dato evidenzia il significativo costo economico derivato da un sistema giudiziario sottoposto ad elevate pressioni e criticità, come emergente nella "Relazione del Ministero della Giustizia".
La natura dei risarcimenti è non solo lo specchio delle conseguenze dell'errore giudiziale, ma anche delle difficoltà strutturali che colpiscono l'apparato giuridico italiano, ossia ritardi procedurali, sovraffollamento carcerario e inefficienze investigative. La Relazione del Ministero sollecita a riflettere sull'impegno di riforme volte a garantire maggiore celerità ed equità, riducendo al tempo stesso i costi sociali ed economici connessi a situazioni di ingiustizia.
Una delle questioni essenziali, specialmente nel quadro in cui la confidenza dei cittadini nelle istituzioni dipende strettamente dalla disponibilità del Stato di correggersi rapidamente dai propri errori.
Le procedure stabilite nel 2024 sono, 1.293, al tasso di accettazione del 45,6% (591 casi) e di rifiuto del 49,7% (643). La media storica (2018-2024) sussiste in un equilibrio quasi ottimale: 46,6% di accetti su 49,4% di rifiuti. Le Circoscrizioni più coinvolte sono Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma sono le circoscrizioni più impegnate. Nel 2024 sono stati assegnati 117 provvedimenti a Catanzaro, poi Reggio Calabria (62), Palermo (57), Roma (48) e Bari (44); Reggio Calabria (7 milioni/anno) e Catanzaro (4 milioni/anno) sono leader. I pagamenti sono comunque stati garantiti; i più concessi nel 2024 da Palermo (4,78 milioni) e Roma (3,49 milioni).
È stato puntualmente stabilito che il 73% dei casi presenta un'estraneità accertata ai reati contestati. Il 27%: uso di misure cautelari è illegittimo, indifferentemente dall'esito processo.
La riparazione, prevista dall'art. 314 codice di procedura penale è un diritto soggettivo per la vittima di un ingiusto disposto di detenzione precedente alla condanna. Altrimenti è l'errore giudiziario (art. 643 c.p.p.), per la quale si richiede la revoca della condanna definitiva.
Tra il 2018 e il 2024 il Stato ha corrisposto oltre 220 milioni di euro a poco più di 5.000 persone ingiustamente detenute.
Nel 2024, Sono aumentati i rigetti: pur ridotto il calo delle detenzioni illegittime, le cause respinte sono il 49,4% delle richieste.
Purtroppo si evidenziano delle disparità territoriali. Si registra nei distretti del Sud (Catanzaro, Palermo, Reggio Calabria) che assorbono la maggior parte dei risarcimenti, ipotizzando squilibri nell'attuazione delle misure cautelari.
La relazione denuncia una mancanza di responsabilizzazione dei magistrati: Tra il 2017 e il 2024, sono state irrogate solo 9 sanzioni disciplinari su 89 procedure aperte (ovvero, lo 0,15% di errori). Nel 2024, non è stata avviata alcuna nuova procedura, nonostante la protesta del deputato Enrico Costa (Forza Italia), che ha parlato di un "vuoto nelle politiche di accountability".
Correttore bozza articolo://www.humanizeai.pro/
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