Il cardinale Cipriani fa tremare il pre-conclave: punito da Francesco per abusi sessuali si presenta vestito da cardinale
- Annamaria Niccoli, Giornalista
- 2 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 mag

Articolo di Annamaria Niccoli
2 maggio 2025
La posizione del cardinale Juan Luis Cipriani Thorne nel contesto pre-conclave del 2025 è un esempio notevole di resistenza alle riforme di Papa Francesco in materia di trasparenza e lotta agli abusi sessuali, che hanno suscitato reazioni contrastanti tra i cardinali e una gestione discreta da parte della Santa Sede.
La sua presenza alle riunioni pre-conclave, nonostante le sanzioni in vigore, ha generato un senso di imbarazzo tra diversi cardinali, in particolare tra coloro che sostengono le riforme promosse da Francesco. Alcuni cardinali hanno espresso privatamente la loro preoccupazione per il segnale di disobbedienza istituzionale, soprattutto in un momento così critico come quello pre-conclave, prima dell'elezione del nuovo Papa.
Cipriani, noto per le sue posizioni conservatrici e la sua appartenenza all'Opus Dei, ha probabilmente goduto del sostegno informale di settori più tradizionalisti del Collegio cardinalizio. Eppure, nessun cardinale ha difeso pubblicamente le sue azioni, evitando così una rottura aperta.
Alcuni cardinali progressisti e riformisti avrebbero chiesto di intraprendere un’azione ufficiale per riaffermare l’autorità delle sanzioni papali; ma il Vaticano ha preferito un approccio di basso profilo, forse con l’intenzione di evitare ulteriori infiammazioni delle tensioni prima del conclave.
Il comportamento di Cipriani si inserisce in un quadro di riforme. Il testo "Vos estis lux mundi", aggiornato nel 2023, ha delineato procedure rigorose per affrontare gli abusi sessuali, compresa la collaborazione con le autorità civili e l'abolizione del segreto vaticano in tali casi. La contestazione di Cipriani sembra minare l'effettiva applicazione di tali disposizioni.
L'evento ha il potenziale di compromettere il messaggio di "Chiesa povera e per i poveri" sostenuto da Francesco, generando così contestazioni sia esterne che interne riguardo all'abilità del Vaticano di purificarsi autonomamente.
Il "caso Cipriani" è il sintomo della conflittualità tra le ambiziose riforme del Papa Francesco e le resistenze strutturali presenti all'interno della gerarchia cattolica.
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