Gaza, attacco israeliano ha ucciso 9 dei 10 bambini di una coppia di medici. La madre, una pediatra, si è salvata perché era al lavoro in ospedale
- Annamaria Niccoli, Giornalista
- 27 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Articolo di Annamaria Niccoli
Il costo umano del conflitto israelo-palestinese è estremamente elevato, soprattutto per la popolazione civile palestinese. L’uccisione di così tanti bambini e ora di un’intera famiglia composta da due professionisti del settore medico sta provocando intensa preoccupazione e indignazione.
Il bombardamento da parte delle forze israeliane di una casa nella Striscia di Gaza, a Khan Younis, in cui hanno perso la vita nove degli undici figli della dottoressa Alaa al-Najjar, pediatra presso l'ospedale Nasser, (9 bambini tra cui un neonato di sei mesi: Yahya, Rakan, Ruslan, Jubran, Eve, Revan, Sayden, Luqman, Sidra) Sopravvissuti il figlio più grande, Adam (11 anni) e il marito Hamdi al-Najjar, entrambi in terapia intensiva.
Secondo le autorità israeliane il bombardamento aereo dell'abitazione di un civile è militarmente legittimo, poiché rientra nei "cento obiettivi" previsti per questo tipo di operazione. I familiari e i colleghi palestinesi dei due medici affermano, al contrario, di non avere alcun legame con Hamas o con attività militanti.
Le Nazioni Unite e altre organizzazioni non governative denunciano da tempo una situazione catastrofica nella Striscia di Gaza, caratterizzata da mancanza di cibo, acqua, elettricità, medicine, accesso ai servizi sanitari e attacchi a zone dichiarate "sicure" o "umanitarie". L'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem e il Centro Palestinese per i Diritti Umani hanno sostenuto che i soldati israeliani usano i civili palestinesi come scudi umani, cosa vietata dalla IV Convenzione di Ginevra. Tra questi episodi vi sono persone costrette a entrare negli edifici prima di un attaccato da bombardamenti aerei. Secondo la Commissione d'inchiesta, le Nazioni Unite hanno registrato la distruzione di quasi il 70% delle istituzioni di Gaza, inclusi ospedali, scuole e infrastrutture di base.
Le nazioni europee, tra cui Francia e Regno Unito, condannano fermamente le violenze indiscriminate, chiedendo un cessate il fuoco immediato. Altri Stati stanno pensando di imporre sanzioni a Israele. Gli Stati Uniti, forniscono un fermo sostegno a Israele, limitandosi a condannare l’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023. La Turchia mostra una forte condanna per il protrarsi degli attacchi israeliani. Singapore esprime le sue condoglianze a tutte le vittime palestinesi pur riconoscendo il diritto di Israele all'autodifesa.
L'Arabia Saudita ha sospeso i colloqui sulla normalizzazione delle relazioni con Israele. Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti e Qatar hanno espresso critiche ufficiali ma mantengono la prudenza diplomatica. In molti paesi arabi esiste una notevole opposizione pubblica a Israele, ma, d'altra parte, manca una chiara condanna di Hamas. Le Nazioni Unite hanno mosso gravi accuse contro Israele, inclusi potenziali crimini di guerra e atti di genocidio. Organizzazioni umanitarie e associazioni professionali, come ActionAid e l'iniziativa dell'Ordine dei Medici di Verona, ne sottolineano l'impatto sulle strutture sanitarie e sulla popolazione in generale.
Il "silenzio complice", così è stata definita la situazione a Gaza da parte di alcuni Stati. La situazione è stata anche paragonata a uno "sterminio" per il popolo palestinese.
https://www.youtube.com/watch?v=FTpPLshXlhI&ab_channel=COMUNICAREN.SA.diAnnamariaNiccoli-Giornalista
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