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«Francesco era solo» Il pontefice che ha tentato di combattere la Mafia e la Corruzione

Aggiornamento: 10 mag


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Articolo di Annamaria Niccoli

30 aprile 2025


Il pontificato di Papa Francesco segnato dal desiderio irrealizzato di mostrare forza per affrontare la mafia e la corruzione criminale, sia all'interno che all'esterno delle mura della Chiesa. Mentre le dichiarazioni del Papa erano taglienti e le riforme da lui proposte erano in corso, i suoi piani furono ostacolati da sfide sistemiche e culturali che impedirono qualsiasi riforma significativa.


Nel 2014, durante il suo viaggio in Calabria, Papa Francesco catturò l'attenzione della comunità internazionale con una dichiarazione moralistica senza precedenti nella storia, secondo cui “La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!”. Nonostante il sacrificio di sacerdoti antimafia, come don Pino Puglisi e il procuratore Rosario Livatino, la Chiesa non ha mai emanato documenti sotto forma di esortazioni apostoliche o documenti ufficiali per affrontare la questione mafiosa. Solo Giovanni Paolo II e Francesco assunsero un atteggiamento duro nei confronti della mafia, il resto della gerarchia ecclesiastica si dimostrò disposto a prenderne le distanze, con parole di accompagnamento prive di sostanza. Nel 2023, Papa Francesco ricevette una lettera di "raccomandazione" che evidenziava come, a causa delle sue dichiarazioni sui responsabili mafiosi delle morti di sacerdoti, il rischio di ritorsioni contro di lui e i suoi collaboratori possano aumentare. Anche alcuni porporati hanno pubblicamente manifestato preoccupazione per le reazioni di stampo mafioso a simili dichiarazioni. I sacerdoti dei territori di Calabria, Sicilia e Campania continuano a rimanere sotto stretta sorveglianza e denunciano quotidianamente le attività mafiose.


Nel 2014 Francesco istituì una commissione internazionale con l'obiettivo di studiare la possibilità di emettere una scomunica formale non solo contro i mafiosi, ma anche contro i corrotti, etichettati come «un cancro» e «una bestemmia sociale». Il gruppo di lavoro, attivo tra il 2014 e il 2021, si proponeva di chiarire l'incompatibilità tra mafie e Vangelo, promuovendo una risposta pastorale di portata globale. Tuttavia, la relazione finale redatta nel 2021, sebbene ultimata, è stata accantonata senza alcuna spiegazione. Alcuni prelati coinvolti hanno riconosciuto che i vertici della gerarchia vaticana, inclusi alcuni nominati direttamente dal Papa stesso, si sono rifiutati di procedere, vanificando qualsiasi iniziativa. La nuova legge del 2025 sulle intenzioni di messa, volta a contrastare il conflitto di interessi nella gestione delle offerte, è stata considerata di natura simbolica.


La lotta contro la mafia e la corruzione è stato uno dei capitoli più importanti e frustranti del pontificato di Francesco. Un Papa che ha cercato di «lavare i piedi ai poveri», e si è trovato a combattere da solo contro un sistema. La sua eredità. «Francesco era solo», serva da monito.




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