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26 aprile 1986 esplode il reattore nucleare n⁰4 di Chernobyl. Così scomparve la città  di Pripyat

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Articolo di Annamaria Niccoli

26  aprile 2025


Le autorità sovietiche affrontarono il disastro nucleare di Chernobyl, in Ucraina (ex Unione Sovietica) con ritardo e scarsa trasparenza, il che provocò ampie condanne a livello internazionale. La dirigenza sovietica non informò tempestivamente la popolazione vicina alla centrale, e il mondo intero dell'esplosione, rimandando così l'evacuazione di Pripyat, avvenuta solo 36 ore dopo, e sottostimando la portata della catastrofe. Il test di sicurezza che ha portato all'evento catastrofico è stato condotto in un contesto caratterizzato da negligenza operativa e da una preparazione inadeguata del personale, aggravati da carenze di progettazione del reattore RBMK. Per combattere la crisi vennero mobilitati 600.000 liquidatori, ma molti di loro lavorarono senza adeguata protezione, esponendosi a livelli letali di radiazioni.

Il governo minimizzò i pericoli, anche con dichiarazioni ufficiali in cui si negava la necessità di evacuare le zone colpite al di fuori dei confini dell'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). La comunità internazionale criticò il ritardo nella diffusione degli allarmi e la segretezza sovietica, che limitavano uno sforzo concertato per gestire la contaminazione transfrontaliera. Nel reattore RBMK, come le barre di controllo difettose, e una scarsa cultura della sicurezza sono attribuibili alle priorità politiche ed economiche dell'URSS che hanno minato gli sforzi di prevenzione.

L'incidente è stato classificato al livello 7 INES (International Nuclear Event Scale), rafforzando le richieste internazionali di riforme nel settore nucleare.

Un decennio dopo, le Nazioni Unite e altri attori internazionali non hanno mancato di denunciare i danni causati dall'atroce incidente, come il degrado ambientale e le emergenze sanitarie. L'incidente di Chernobyl divenne presto il simbolo della debolezza intrinseca del sistema politico ed economico sovietico, determinando l'insorgenza di una crisi di fiducia nell'energia nucleare su scala mondiale. L'evacuazione di Chernobyl, in seguito al disastro, è apparsa come un processo graduale ed emergente, con fasi distinte e sfide organizzative, come dimostrano le fonti: nelle prime 36 ore dopo l'esplosione, oltre 49.614 persone sono state evacuate da Pripyat e dalle aree circostanti entro un raggio di 10 km, con l'istruzione di portare con sé solo gli oggetti essenziali, in previsione di un imminente ritorno; nel giro di pochi giorni, l'evacuazione venne estesa a un raggio di 30 km, interessando altre 68.000 persone.

Complessivamente, a partire dal maggio 1986, divenne necessario il reinsediamento di 116.000 cittadini. Negli anni e nei mesi successivi, un ulteriore trasferimento coinvolse 220.000 persone provenienti da aree contaminate dalle radiazioni situate al di fuori della zona originaria, per un totale di circa 335.000 sfollati (di cui 115.000 nel 1986 e 220.000 in seguito). Altre fonti riportano un totale di 350.000 persone reinsediate, considerando anche i trasferimenti ritardati e quelli volontari. Sono numerosi i traumi psicologici e i pregiudizi sociali. L'incertezza sul futuro, unita alla paura del contagio, ha generato ansia, depressione e stigmatizzazione sociale tra gli sfollati; negli studi sulla "radiofobia" sono stati inoltre rilevati casi di discriminazione. I tumori alla tiroide (dovuti all'esposizione allo iodio 131), le malattie cardiovascolari e le malformazioni congenite (ad esempio la sindrome di Down) sono aumentati in modo esponenziale nelle aree colpite. Le popolazioni non evacuate hanno subito un'esposizione a lungo termine, le cui conseguenze sulla salute sono ancora controverse. Le operazioni di evacuazione, decontaminazione e soccorso medico hanno comportato spese ingenti. Una parte delle attività è stata finanziata dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), ma l'onere maggiore è ricaduto sull'URSS.

L'agricoltura e l'economia della regione subirono gravi danni: vaste aree rimasero abbandonate per decenni, con perdite economiche stimate in miliardi di dollari. La zona di esclusione di 30 chilometri è ancora oggi inabitabile, a ricordo del disastro che ha segnato il punto di declino dell'industria nucleare sovietica e mondiale. Attualmente, i tassi di inquinamento del suolo nella zona di esclusione ammontano ancora a 400 MBq per metro quadrato e il cesio137 e lo stronzio90 sono i principali radionuclidi responsabili della radioattività persistente. Il rapporto del Chernobyl Forum coordina il piano internazionale per la gestione del sarcofago e delle discariche delle aree circostanti, compresa la costruzione del Nuovo Confinamento Sicuro (NSC), completato nel 2016 per racchiudere il reattore danneggiato.

Nonostante gli sforzi profusi, la contaminazione radioattiva è un problema persistente, che richiede un monitoraggio prolungato per garantire la sicurezza della popolazione. L'incidente di Chernobyl ha avuto un effetto duraturo sulle strategie globali nel campo dell'energia nucleare, alterando in diversi modi il processo decisionale e la percezione globale. Nel 1994, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) ha adottato la Convenzione sulla sicurezza nucleare (CNS), un trattato internazionale di natura vincolante che stabilisce gli standard di sicurezza relativi ai reattori nucleari. Questa azione ha creato la necessità di ispezioni regolari e ha promosso l'apertura tra gli Stati membri, dando luogo a una maggiore collaborazione internazionale. In Italia, il disastro di Chernobyl diede origine a un referendum popolare nel 1987, in cui il voto del "no" all'energia nucleare prevalse a larga maggioranza. Di conseguenza, tutti i reattori nucleari italiani vennero spenti definitivamente.

In Svezia, l'eliminazione graduale dell'energia nucleare è stata accelerata, riflettendo un cambiamento di atteggiamento politico e pubblico. L'incidente ha trasformato la percezione mondiale dell'energia nucleare da una "fonte affidabile" a un "rischio inaccettabile" per la maggior parte dei governi e delle persone. Ciò ha portato a maggiori investimenti nelle energie rinnovabili come fonti alternative più sicure. L'incidente nucleare nell'Unione Sovietica ha evidenziato la necessità di una risposta concertata a livello internazionale. Organizzazioni come l'AIEA hanno intensificato i meccanismi di segnalazione precoce degli incidenti e lo scambio di informazioni scientifiche, rafforzando la collaborazione a livello internazionale. La maggior parte delle nazioni, in particolare quelle dell'Europa orientale e dell'Asia, hanno rivalutato i propri programmi di sviluppo nucleare, stabilendo criteri più rigorosi per la costruzione di nuovi reattori.

Ciò ha spinto a installare sistemi di sicurezza più avanzati e a pianificare progetti ottimizzati per garantire che simili incidenti non si ripetano in futuro.

Di conseguenza, l'Italia si è concentrata sulle importazioni di energia elettrica e sull'aumento della produzione da combustibili fossili, integrando gli investimenti in aumento nelle fonti di energia rinnovabile, tra cui l'energia solare ed eolica. La Germania ha dismesso gradualmente tutti i reattori nucleari in funzione a partire dal 15 aprile 2023, diventando uno dei paesi pionieri nell'aver interrotto completamente l'uso dell'energia nucleare. Al posto della produzione nucleare, il Paese ha investito molto in fonti di energia rinnovabili come l'eolico, il solare e la biomassa, e ha temporaneamente aumentato l'uso di gas e carbone. La Lituania ha smesso di utilizzare l'energia nucleare dopo la chiusura del suo impianto di Ignalina, una condizione per la sua adesione all'Unione Europea. Ha sostituito l'energia nucleare con l'importazione di energia da altre nazioni e con l'attuazione di programmi di energia rinnovabile. L'Austria, pur non avendo mai messo in funzione il suo unico impianto nucleare ultimato ma inattivo, ha perseguito attivamente una politica antinucleare.

Ha, invece, effettuato investimenti significativi nell'energia idroelettrica e in un'ulteriore fonte di energia rinnovabile.



Note:













Correttore bozza: https://www.humanizeai.pro/

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COMUNICARE N.SA.

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